Cybersecurity e diplomazia: quanto siamo protetti in un mondo sempre più interconnesso?

Nel cyberspazio globale, i confini si fanno labili e le minacce sempre più sofisticate. Oltre alla tecnologia, è la diplomazia a giocare un ruolo decisivo per la sicurezza collettiva.

di Cristina Di Silvio*

Cyber Cristina di silvio

Cyber-attacchi ovunque: l’Italia nel mirino

Nel 2022, l’attacco al sistema sanitario del Lazio ha bloccato per giorni le prenotazioni dei vaccini anti-Covid. Nel 2023, un ransomware ha colpito l’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, paralizzando i servizi diagnostici. E nel contesto del conflitto russo-ucraino, i cyber-attacchi si sono rivelati vere e proprie armi, utilizzate per colpire media, ministeri e infrastrutture energetiche. Secondo l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), l’Italia ha registrato oltre 2.000 attacchi gravi solo nel primo semestre del 2024. Il dato allarmante mette in luce quanto la nostra vulnerabilità digitale sia concreta e diffusa.

La risposta non è solo tecnica Molti Stati si sono dotati di normative solide. L’Italia ha ratificato la Convenzione di Budapest nel 2008 (legge n. 48/2008), mentre l’Unione Europea ha lanciato il Cybersecurity Act (Regolamento UE 2019/881) e la direttiva NIS2, ma le minacce cyber non conoscono confini, e le risposte devono essere globali.

Diplomazia e cyberspazio sono alleati strategici, accordi bilaterali, tavoli multilaterali, cooperazione giudiziaria: la diplomazia sta assumendo un ruolo strategico nella difesa digitale. Il Group of Governmental Experts (GGE) dell’ONU lavora per definire norme di comportamento responsabile, mentre potenze come Stati Uniti, Giappone e l’UE conducono “cyber dialogues” bilaterali per affrontare la minaccia condivisa.

Voci dal fronte: parola agli esperti

Giovanni Ziccardi (Univ. Milano): “L’Italia ha bisogno di una visione per la cybersecurity. Serve stabilità politica e consapevolezza diffusa tra i cittadini.”Paolo Ardemagni (SentinelOne): “Il futuro è l’automazione difensiva basata sull’intelligenza artificiale. Il cloud computing è ormai irrinunciabile.”

Luca Piccinelli (Huawei Italia): “La cybersecurity è una disciplina tecnologica, non geopolitica. Collaboriamo con lo Stato per proteggere le infrastrutture.”

Pat McFadden (Regno Unito): “Il cyberspazio è parte della nostra difesa nazionale. Costruire resilienza digitale è un imperativo strategico.”

Tomas Godliauskas (Lituania):“Il nostro Comando Cibernetico è cruciale per la pianificazione militare. La sicurezza digitale è una questione di Stato.”

Il cyberspazio ha bisogno di diplomazia.

Nessun firewall sarà mai sufficiente senza cooperazione internazionale. Le minacce informatiche non si arrestano ai confini nazionali, e solo attraverso accordi diplomatici vincolanti, trasparenti e multilaterali, sarà possibile costruire un cyberspazio realmente sicuro.

Doveroso un passaggio sulle forze dell’ordine italiane che riconoscono la cybersicurezza come una priorità strategica, impegnandosi attivamente nella prevenzione e nel contrasto ai crimini informatici attraverso iniziative concrete e collaborazioni interistituzionali.

Nel 2023, la Polizia di Stato ha siglato un protocollo con l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) per migliorare la gestione degli eventi cibernetici. Questo accordo ha formalizzato la collaborazione tra il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC) e il Computer Security Incident Response Team (CSIRT), potenziando la risposta a minacce informatiche complesse.

Il Capo della Polizia, Vittorio Pisani, ha sottolineato l’importanza di integrare le competenze della Polizia Postale con quelle dell’ACN per garantire una protezione efficace delle infrastrutture critiche e una rapida ripresa operativa in caso di incidenti cibernetici.

L’Arma dei Carabinieri ha istituito la “Rete Cyber”, una rete nazionale composta da oltre 400 militari specializzati in investigazioni informatiche e attività forensi. Questa iniziativa nasce in risposta all’aumento dell’80% dei reati telematici registrato negli ultimi tre anni. Il Comandante Generale dell’epoca, Teo Luzi, ha evidenziato l’importanza di integrare l’intelligenza artificiale per l’analisi predittiva dei crimini e il contrasto al terrorismo internazionale, mirando a fornire nel mondo virtuale la stessa protezione garantita nel territorio fisico.

Collaborazione interistituzionale: scambio di informazioni e buone pratiche

Nel 2024, è stato sottoscritto un protocollo tra la Polizia di Stato, l’ACN e la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo per strutturare lo scambio di informazioni e buone pratiche nel contrasto ai crimini informatici. Questo accordo mira a bilanciare le esigenze dell’accertamento giudiziario con quelle della resilienza operativa dei sistemi, facilitando una risposta tempestiva e coordinata agli attacchi cibernetici.

Il Direttore Generale dell’ACN, Bruno Frattasi, ha sottolineato l’importanza di questa collaborazione per rafforzare la sicurezza cibernetica nazionale.

Le forze dell’ordine italiane stanno sviluppando e implementando strategie avanzate per affrontare le sfide poste dalla cybersicurezza. La creazione di unità specializzate, l’adozione di tecnologie innovative e la collaborazione interistituzionale sono fondamentali per garantire una protezione efficace contro le minacce informatiche. La continua evoluzione di queste iniziative sarà cruciale per mantenere la sicurezza digitale del paese in un panorama sempre più complesso e interconnesso.

Fondamentale ricordare che la tecnologia protegge ma è la diplomazia che può prevenire una guerra.

*esperta relazioni internazionali.