Aperti i seggi in Francia, per il secondo turno: seguiranno aggiornamenti in giornata!
…cominciando dall’ordine pubblico
Aperti senza particolari problemi i seggi per il ballottaggio più atteso del momento, anche per i possibili risvolti in Europa.
Le urne rimarranno aperte, come per il primo turno, fino alle 18.00, nella maggior parte della Francia, mentre a Parigi e nei grossi centri urbani, fino alle 20.00.
Parigi si prepara a questo secondo turno barricando i negozi del centro, memore dei tafferugli e delle manifestazioni che si ebbero a verificare la volta scorsa, ma anche al termine delle consultazioni europee.
Il Ministro dell’Interno, Gérald Darmain, fa sapere che sono stati mobilitati 30.000 uomini, tra Agenti di Polizia e militari della Gendarmeria, in tutto il paese. Di questi solo 5.000 a presidio della capitale e del suo hinterland.
Nel corso della settimana si è assistito al ritiro di circa 200 candidati, nella compagine Macroniana e comunque non affine al Rassemblement National (RN), perché impegnati in “trangolari” o “quadrangolari”, così da poter far convogliare le preferenze secondo le indicazioni di partito.
Anche a destra si segnalano delle defezioni, come Ludivine Daoudi, candidate eletta nella circoscrizione del Calvados. La stessa era stata oggetto di una critica forte da parte di Emma Fourreau, del Nuovo Fronte Popolare, perché in una foto, la Daoudi, indossava un berretto della Luftwaffe tedesca, con fregio nazista.
Dalla Francia all’Europa, perché seguire queste elezioni…
Prescindendo che allo stato, con i numeri disponibili dai vari sondaggi e dalle proiezioni del caso, appare assai improbabile, salvo colpi di scena dettate da una maggiore affluenza alle urne, che una compagine possa avere la maggioranza assoluta in Francia (quindi 289 seggi sui 577 presenti in Assemblea).
Sono interessanti, invece, i risvolti in Europa, anche alla luce della nascita di un “terzo polo”: quello di Orban, e dei “nuovi rapporti di forza” a sostegno della Von der Layen.
Vox, il partito di ultradestra spagnolo, guidato da Santiago Abascal, ha annunciato che lascerà il gruppo dei conservatori e riformisti europei (ECR), di cui era parte assieme a Fratelli d’Italia, per aderire al nuovo gruppo “Patrioti per l’Europa”, lanciato, appunto, da Viktor Orban.
ECR, quindi, perde 6 eletti, passando a 78 parlamentari, distanza risibile rispetto a Renew Europe, che ha 77 seggi.