La scelta di Luciano Portolano in un momento delicatissimo

La scelta di Luciano Portolano non è a caso ed è frutto di una condivisione di intenti e di una riflessione basata sulla delicata situazione internazionale. I tanti focolai attivi destano preoccupazione e il nostro Paese, soprattutto per il ruolo nell’area mediterranea, ha schierato un uomo di altissima levatura professionale. A parlare non sono gli endorsement politici, come spesso accade in Italia, ma una lunga esperienza sul campo.

Scenari di crisi e posizioni di vertice nelle articolazioni internazionali, hanno garantito al primo bersagliere Luciano Portolano una formazione trasversale e gli strumenti necessari ad affrontare le sfide geopolitiche in atto. Per il nostro Paese Luciano Portolano è sinonimo di competenza e tanto basta.

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Luciano Portolano

Il Generale di Fanteria, come noto agli addetti ai lavori, è un ufficiale brillante. Attualmente Segretario generale della Difesa e Direttore nazionale degli Armamenti sarà, dunque, il prossimo Capo di Stato Maggiore della Difesa.

La nomina corona una carriera impeccabile e sempre operativa, basti pensare alla gestione, in qualità di comandante del COVI (Comando Operativo di Vertice Interforze), dell’operazione Aquila Omnia, cioè le delicatissime attività di evacuazione e rimpatrio dei soldati italiani e del personale civile dall’Afghanistan, un momento che tenne gli italiani col fiato sospeso per la complessa situazione nella regione asiatica.

Due volte decorato con l’Ordine Militare d’Italia, ha ricoperto numerosi incarichi di prestigio tra i quali il comando della Brigata “Sassari”, Attaché militare a Londra, Capo di SM del JFC NATO di Napoli, comandante del RCW di Herat e Capo della missione UNIFIL in un territorio attualmente interessato da una crisi delicatissima. Al COVI, poi, il generale Portolano ha operato da remoto come regista dell’interesse strategico nazionale.

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Luciano Portolano

Tra gli ufficiali in servizio è senza dubbio tra quelli con il maggior numero di esperienze operative in ambito internazionale (Kuwait, Iraq, Bosnia, Kosovo, Iraq, Afghanistan e Libano) – senza considerare i periodi di formazione nei centri di eccellenza esteri.

Luciano Portolano enuclea le conoscenze classiche della dottrina militare e le declina in sfide 2.0 e anche per questo motivo abbiamo una solida una certezza che rasserena tutti in questa nomina, quando si tratta di sistema Paese non c’è colore politico, interesse di pochi o priorità ideologica che regga.

Buon lavoro al generale Portolano e al suo staff.

La scelta di Luciano Portolano in un momento delicatissimo

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