Il ritorno alla Scuola di Guerra, ora corso di Stato Maggiore, e l’importanza in crescendo della tecnologia che avanza. Il sunto di Masiello, uomo di sostanza, ideale tramite tra accademia, diplomazia e teatro operativo.
Il Discorso del Generale Masiello, pragmatismo puro
…l’esercito è fatto per prepararsi alla guerra, lo dicevano i latini e lo conferma oggi un valente Generale, che, evidentemente ha colto le necessità di quella che oggi non è più una competizione nazionale ma continentale.
La geopolitica ha messo il turbo nell’ultimo lustro, alla guerra contro il covid è seguita quella turbolenta dei mercati, tra occidente e oriente (USA ed EU Vs Cina e Russia), ma anche BRICS (pure “potenziati” nella loro composizione) contro il resto del mondo.
Si è passati quindi dalla conflittualità latente in Ucraina al riscoprire le teorie dello scontro tra civiltà, fino al massacro del 7 ottobre, prima e di Gaza, dopo.
La corsa alla tecnologia è resa fervida dell’intelligenza artificiale, dall’utilizzo di droni, che hanno rivoluzionato l’arma aerea, anche abbattendone i costi (si veda l’uso che si fa nello Yemen), poi la guerra cibernetica: la ibridazione dei conflitti e le fake news (moderna disinformazione).
Questo è il contesto nel quale si trova a operare l’esercito Italiano, e che ha tratteggiato Masiello.
Questo è quindi il contesto che hanno originato le sue parole.
“La nostra missione non è creare burocrazia, non è vivere nella burocrazia, non è vivere per la burocrazia. L’esercito è fatto per prepararsi alla guerra. Punto.“
Masiello: una lezione di geopolitica contemporanea
“…l’Ucraina e il Medio Oriente sono su tutti i giornali, se ne parla continuamente. Questi conflitti hanno mutato radicalmente il modo di combattere. Se guardiamo l’Ucraina, che prendo come esempio, vi è un mix di guerra antica – le trincee che avevamo completamente dimenticato, i campi minati, i rotoli di filo spinato, il fango – e poi c’è il futuro, la guerra cibernetica, la guerra spaziale: ci sono i droni e tutte le loro varianti, c’è la disinformazione, la guerra delle menti.“
Ancora
“Dobbiamo avere il coraggio – abbiate il coraggio – di mettere a nudo le storture, le inefficienze. Dobbiamo trovare procedure reattive. Dobbiamo superare gli schemi che la storia ormai ha consegnato all’oblio, anche a costo di apparire impopolare nelle tesi e di rendersi invisi a qualcuno nelle soluzioni. Scelte alternative, dobbiamo essere coscienti: l’esercito deve cambiare. L’esercito deve innovarsi e deve farlo presto“.