Masini interviene, nel riminese, e uccide, a seguito di aggressione, un tunisino che brandeggia un’arma da taglio, la Premier chiede ai Carabinieri la concessione di un riconoscimento il militare.
Inversione di passo che auspicavamo: un riconoscimento a Masini
…peccato però che l’idea non sia partita dall’Amministrazione, almeno per quanto è dato sapere.
Sicuramente un bel gesto quello della Premier, durante la conferenza stampa odierna, nella quale è stato anche nominato il successore della Belloni al Dis, il Prefetto Rizzi.
Si rimane in attesa delle risultanze investigative della Procura della Repubblica e sopratutto della puntuale disamina del contesto, con il rischio di “lupi solitari” che possono aggredire la tranquillità delle nostre comunità.
La Premier ha chiesto, quindi, che sia la Benemerita a supportare, evidentemente attraverso il fondo assistenza e premi al personale, il Comandante Masini, per le spese legali che dovrà sostenere e che valuti la concessione di un giusto riconoscimento per un dipendente che ha fatto il suo lavoro.
Si ricorda che l’aggressore del Maresciallo aveva già accoltellato 4 persone la notte di capodanno e proferendo frasi sconclusionate in arabo (possibile “Allah Aukbar”) si era quindi lanciato sulla pattuglia di carabinieri intervenuta.
Il Codice dell’ordinamento Militare prevede un certo iter per la concessione di riconoscimenti al personale, purtroppo è notorio che le catene di Comando della Benemerita non siano perfettamente oliate sul punto, anzi, sovente l’ufficiale di turno evita proponimenti basandosi sull’assioma “è un lavoro che andava fatto”, cercando una straordinarietà che alla fine si estrinseca con uno scarno “bravo” e pacca sulle spalle.
L’intervento della Premier, quindi, conferma da un lato il “sentire comune”, alla luce, anche, della raccolta fondi e della solidarietà che il Luogotenente Masini ha avuto dalla gente della sua giurisdizione e non solo (raccolti oltre 42.000 euro), d’altro canto richiama (o almeno dovrebbe) la Benemerita, invitandola a dare uno sguardo, con meritocrazia meno ingessata e impaurita, al proprio personale.
Incentivare il personale non deve essere, però, un ruolo della politica, seppur, indubbiamente, questo fa piacere e rinfocola i necessari vincoli istituzionali per il bene del sistema paese.
Per questo motivo, anche su difesamagazine, si era scritto di auspicare una inversione di tendenza.