La politica estera nazionale, declinata tra attivismo e interlocuzioni “sotto traccia”, porta Roma sempre più spesso al centro delle relazioni internazionali.
Roma al centro di contatti Internazionali
Roma ospiterà il 2° round di colloqui tra Iran e USA sul nucleare, previsto per sabato 19 aprile.

Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Antonio Tajani:
«Abbiamo ricevuto la richiesta dell’Oman, che svolge il ruolo di mediatore, e abbiamo dato una risposta positiva. Siamo pronti ad accogliere come sempre incontri che possono essere portatori di risultati positivi, in questo caso sulla questione nucleare.
Roma si conferma capitale di pace e di mediazione. Non è la prima volta che ci sono incontri di questo tipo nel nostro Paese. Siamo disposti a fare tutto ciò che serve e continueremo a sostenere tutti i negoziati che possono portare a risolvere la questione del nucleare, ma anche a costruire la pace».

Trump, già il 12 aprile aveva dichiarato che i negoziati stavano andando nella giusta direzione, riferendosi alle interlocuzioni in corso tra, il suo inviato speciale, Steve Witkoff, e il Ministro per gli Affari Esteri iraniano, Abbas Araghchi:
“The Iran situation is going pretty good, I think”.

Comprensibile la soddisfazione di Tajani per la scelta di Roma, nuova sede del meeting.
Sebbene questo secondo incontro non si terrà in Oman, saranno presenti anche i mediatori omaniti.
La politica estera italiana si irragia, quindi, su più teatri, tra i quali, quelli più esposti:
- il quadrante Russo-Ucraino, con le dichiarazioni nette espresse dalla Premier, Meloni, sulla strage russa della Domenica delle Palme;
- gli sforzi per la mediazione su Gaza, anche con la partecipazione dei Carabinieri in quell’area;
- Gli sforzi cooperativi nel Sahel;
- i contatti con gli USA, in epoca di guerra commerciale.