Scontro tra Procura e GIP, il tema: la talpa che si è fatta condizionare da Olivieri.
Il GIP va avanti, tra fughe di notizie e misure prorogate
Della presenza di una talpa, Olivieri (già consigliere regionale e finito in carcere, a Lanciano) ne aveva già parlato nei mesi scorsi, durante gli interrogatori di rito, nei quali aveva coinvolto terze persone.
Tutto nasce a seguito di un maxi blitz che ha coinvolto 130 persone, guidato dalla DDA di Bari.
Coinvolta anche la moglie, Maria Carmen Lorusso, di Olivieri: consigliera comunale di maggioranza di Bari, finita ai domiciliari.
Misura restrittiva anche per il suocero dell’ex consigliere regionale, Vito Lorusso, già primario dell’Oncologico di Bari, arrestato il 12 luglio mentre riceveva dei soldi da un paziente con la promessa di fargli saltare la lista di attesa per un esame.
La fuga di notizie venne individuata nell’ambito della rete informativa che i clan avevano messo a terra, interessando tutte le amministrazioni, anche le forze dell’ordine.
Olivieri, in funzione del proprio ufficio e delle proprie relazioni, avrebbe avuto la pervasività necessaria per imporsi anche su militari e funzionari, in particolare un sottufficiale della Guardia di Finanza, che gli avrebbe preannunciato un blitz, anche ai suoi danni.
Posto quanto sopra, nell’ambito dell’inchiesta “codice interno”, Olivieri è indagato anche per concorso in rivelazione dei segreti di ufficio.
Chiesta l’archiviazione per un maresciallo della Finanza da parte della Procura, ma il gip non la accoglie, rinviando alla camera di consiglio del prossimo 16 gennaio.
Le indagini spaziano dal voto di scambio all’infiltrazione dei clan nella rete amministrativa barese.