Mentre prosegue l’interregno Biden-Trump i conflitti nel mondo non si fermano, tutt’altro semmai…e gli Italiani in Libano ne sanno qualcosa.
Libano, continua la pressione di Israele
Il conflitto in Libano si inasprisce; anche in Ucraina, in entrambi i casi si registra una fretta di concludere o comunque di arrivare “a punto”.
Quale? Beh, assestamenti territoriali, ideali obiettivi così da poter, eventualmente, parlamentare con la parte avversa godendo di una relativa superiorità.
Attenzione, tutto questo entro l’insediamento di Trump.
Trump da “insurrezionalista” locale a spartiacque internazionale? Ni.
…anche se per l’Ucraina potrebbe essere l’inizio di una riduzione degli aiuti a stelle e strisce, ed ecco perché l’Italia spinge per una iniezione di fiducia verso Kiev, al punto di arrivare a siglare una nuova dichiarazione G7 a sostegno dell’Ucraina invasa.
Ed ecco che Israele riprende a spingere sul Libano, in modo importante: oggi colpita la città di Bint Jbeil (già oggetto di duri scontri nel 2006) e quella di Ainatha.
Nella mischia anche gli Italiani del contingente UNIFIL.
Nei giorni scorsi un razzo ha colpito la palestra presente all’interno del compound italiano di Shama, la reazione diplomatica non si è fatta attendere: il Ministro Tajani ha contattato Tel Aviv per chiedere spiegazioni.
Appena un mese fa la tensione era salita alle stelle con il fuoco israeliano su tre basi della missione schierata nel sud del Libano, dove la guida del contingente italiano, di cui fanno parte 1200 militari italiani, è affidata alla Brigata Sassari.