L’analisi dell’Ammiraglio Credendino alla presentazione del bilancio annuale
“Il 2023 è stato un anno sfidante, ricco di impegni e di successi. Ma mancano 9mila unità di personale”.
Nel corso della presentazione del bilancio annuale della Marina Militare, il Capo di Stato Maggiore, l’Ammiraglio Enrico Credendino, ha sviscerato gli aspetti che riguardano la forza armata.
Innanzitutto, l’impegno medio della Marina Militare: 30 navi, 2 sommergibili, 12 sezioni aeree, 10 squadre di abbordaggio. Il totale fa circa 4mila uomini giornalmente impegnati a solcare i mari di tutto il mondo sotto il Tricolore.
Oggi la Marina è impegnata soprattutto nel Mediterraneo allargato, dove opera in circa 20 missioni. Tra queste, le delicatissimi Mediterraneo Sicuro e Atalanta (nell’area del Corno d’Africa, Golfo di Aden e bacino Somalo).
“Il nostro impegno – ha spiegato Credendino – ha raggiunto il suo apice il 27 aprile del 2023. Quel giorno abbiamo impiegato 7.324 marinai e schierato 42 navi, 4 sommergibili e 18 sezioni aeree”.
Anche lo scorso anno, la Marina si è distinta per prontezza, versatilità e flessibilità di impiego. “Si pensi all’invio, in sole 48 ore, di Nave Vulcano nel Mediterraneo Orientale per ragioni umanitarie. O all’invio di Nave Fasan nel Mar Rosso per proteggere nazionali dalla minaccia degli Houthi”, ha aggiunto l’Ammiraglio.
Così come efficaci e tempestivi sono stati gli interventi in circostanze drammatiche come il terremoto in Turchia e l’alluvione in Libia.
“Tutto questo ha comportato un livello di impegno elevatissimo, a fronte di tempi di ricondizionamento e mezzi molto inferiori a quelli che dovremmo assicurare”, ha affermato il Capo di Stato Maggiore della Marina.
“Ridurre la nostra presenza, tuttavia, lascerebbe campo a quei Paesi che stanno investendo in marittimità e ci renderebbe più vulnerabili”.
La maggiore criticità riguarda il numero di operatori (allarme simile è stato lanciato nei giorni scorsi dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, l’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone: leggi qui). Nel 2023 c’è stata un’implementazione di 3.250 unità, con l’organico che è passato a 30.050.
“Un intervento che migliora la situazione ma non la risolve”, è l’analisi di Credendino. “L’esigenza minima è calcolata in almeno 35mila unità, ma il modello di riferimento ritenuto idoneo ne prevede 39mila. Dunque, la soglia minima di innesti dovrebbe essere di 9mila unità”.
Marina, 2023 anno sfidante: ma mancano 9mila uomini