Finalmente l’osservatore internazionale torna a volgere lo sguardo verso l’Africa (Sahel, soprattutto, ma anche Libia) e la Siria.
Si avvicina la fine del regime di Assad in Siria?
Titolo provocatorio, considerando che da un certo regime politico si passerebbe “semplicemente” a un altro, con esiti tutti da scoprire.
La differenza è sempre nella parte grigia, ossia in quale regime potrebbe rispecchiarsi l’interesse nazionale, con uno sguardo italocentrico, e anche verso l’Europa, allargando la visione all’attuale contesto internazionale e ai conflitti a Gaza/Libano e Ucraina.
Oggi, mentre il centro di Aleppo è sotto il controllo delle milizie islamiche, si registrato le prime incursioni aeree russe, in Siria, dal 2016.
Allo stato le notizie vogliono Aleppo caduta o comunque fortemente in bilico, con pochi quartieri realmente in mano alle forze governative.
Tutto è accaduto abbastanza velocemente, sotto la pressione dei primi scontri è accaduto quanto non immaginabile: le forze armate di Assad sono andate in rotta, abbandonando caserme e siti militari, poi depredati dalle forze ribelli.
In rete già circolano le prime immagini di soldati siriani decapitati dai miliziani jiadisti.
Sull’evoluzione della guerra civile in Siria intervengono solo la Russia (“ci aspettiamo che le autorità di Damasco ristabiliscano l’ordine”) e l’Iran (“siamo al fianco della Siria”), ma anche la Turchia, che chiaramente ha un legittimo interesse nel pacificare l’area e infliggere duri colpi alle forze curde.
Ovviamente Theran ritiene che la spinta dei ribelli anti Assad sia stata supportata da Israele e USA, infatti Tel Aviv continua a violare, nel contempo, la tregua in Libano, effettuando veloci raid nelle zone che dovrebbero essere demilitarizzate.
Sorprendente il ruolo della Turchia, che potrebbe realmente aver supportato l’operazione magari per costringere Assad al tavolo delle trattive.
Intanto, sul campo:
- il gruppo HTS, Hayat Thair al Sham (ex Al Nusra), sostanzialmente un gruppo terroristico;
- esercito nazionale siriano (compagine sostenuta dalla Turchia);
- forze armate regolari;
- formazioni combattente PKK (curde), sodali di Assad;
- forze armate russe, a supporto regime governativo.
Si diceva dell’interesse verso la cintura del Sahel, bene, la presenza occidentale è sempre più ridotta, a fronte di un piano mattei che stenta ad atterrare concretamente e con la Francia sempre più spodestata dai Russi.
Ieri, 29 novembre, è il Ciad a porre fine alla cooperazione militare con la Francia, esattamente come già accaduto in altre realtà contermini.
Nell’area, in Niger, è ancora presente una missione militare addestrativa italiana, la MISIN.