La Corte di Appello di Milano ha condannato il Ministero della Difesa al riconoscimento dello status di vittima del dovere e al pagamento di una somma pari a circa 500 mila euro alla vedova dell’aviere Fabio Fabretti, in servizio nell’Aeronautica Militare dal marzo 1965 all’aprile 1966, e deceduto a Rozzano (Mi) nel giugno 2012 all’età di 67 anni per mesotelioma pleurico da esposizione ad amianto.
Il militare, dopo il periodo di addestramento a Cuneo, fu assegnato alla Prima Aerobrigata di Padova, e adibito successivamente alla base operativa missilistica di Cordovado, dove si è occupato del lancio dei missili operando a stretto contato dei militari americani della NATO distaccati nella base di Vicenza.
In quel periodo, stazionò un missile ‘speciale’, predisposto con una testata nucleare. Dopo che il Tribunale di Pavia aveva rigettato le domande per presunta carenza di prova, ora arriva la condanna della Corte di Appello di Milano che nel processo ha disposto ulteriori verifiche giungendo all’accertamento della prova piena della causa di servizio.
Sono state anche esibite foto scattate in quel periodo che hanno dimostrato che il militare ha operato in stretta contiguità con i sistemi missilistici.
“Finalmente la Corte di Appello di Milano rende giustizia a Fabio Fabretti, alla vedova e ai figli, anche quella di oggi riguarda solo il riconoscimento di vittima del dovere” – dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e legale della famiglia del militare, coadiuvato nella difesa dall’Avv. Massimiliano Fabiani.
“La nostra battaglia processuale, oltre che istituzionale, proseguirà sia per tutelare i due orfani, che sono stati esclusi dall’indennizzo perché non a carico, e su questo punto verrà proposto ricorso in Cassazione, sia per ottenere il risarcimento del danno, perché quello ottenuto è il riconoscimento solo di natura previdenziale, per cui si agirà anche per il pregiudizio subito direttamente dalla vittima che per quello subito dai suoi familiari, iure proprio”.
Fabretti infatti ha lasciato, oltre alla moglie Graziella, anche i due figli, Davide di 39 anni e Ilaria di 42, con una morte atroce che ha fatto seguito alla sua piena consapevolezza di dover morire. Il suo è solo uno dei tanti decessi per mesotelioma da esposizione ad amianto e per altre malattie asbesto correlate, tra cui anche il tumore del polmone, asbestosi, e altre infermità. L’ONA, si legge in una nota, ha da tempo diffuso le notizie sul rischio dell’amianto, e ha creato un particolare dipartimento di tutela delle vittime del dovere nelle Forze Armate, al quale ci si può rivolgere attraverso il numero verde 800 034 294, oppure direttamente, chiedendo la consulenza scritta all’Associazione