Vannacci sotto inchiesta per peculato e truffa. I fatti si riferiscono al periodo in cui era a Mosca
Dall’articolo di Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
Indennità di servizio per i familiari percepite illecitamente, spese per benefit legate all’auto di servizio non autorizzate, rimborsi per l’organizzazione di eventi e cene che in realtà non sarebbero stati organizzati: si è chiusa con almeno tre contestazioni l’ispezione ministeriale sul generale Roberto Vannacci.
La relazione è stata già trasmessa alla magistratura e la procura militare procede per peculato e truffa. Mentre sono ancora in corso le verifiche avviate dopo la pubblicazione del libro Il mondo al contrario, arriva l’esito dell’ispezione effettuata per ordine dello Stato maggiore della Difesa che riguarda il periodo in cui ha ricoperto l’incarico di addetto militare a Mosca. L’informativa finale evidenzia «criticità, anomalie e danni erariali nelle autocertificazioni e richieste di rimborso depositate» che secondo gli ispettori «devono essere valutate dall’autorità giudiziaria».
[…] il generale dovrà dunque spiegare ai pubblici ministeri che cosa accadde davvero quando era il rappresentante della Difesa in Russia. Un incarico ottenuto il 7 febbraio del 2021 e terminato il 18 maggio 2022, quando Mosca decretò l’espulsione di 24 diplomatici ed esperti militari italiani per rispondere a un’analoga mossa del governo guidato da Mario Draghi che aveva preso la decisione di mandare via dall’Italia trenta fedelissimi di Vladimir Putin «in accordo con altri partner europei e atlantici, necessaria per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale, nel contesto della situazione attuale di crisi conseguente all’ingiustificata aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa».
Le verifiche sono durante dieci giorni — dal 20 novembre al 1 dicembre 2023 — e […] Sono state effettuate esaminando i documenti contabili, le mail, le attestazioni di servizio, ma anche interrogando il personale che si trova adesso presso la rappresentanza italiana.
Sono tre i capitoli evidenziati dagli ispettori ministeriali nella relazione su Vannacci trasmessa alla magistratura. Il primo riguarda «le autocertificazioni in virtù delle quali il generale Vannacci ha percepito l’indennità di servizio all’estero […] attribuita in base all’effettiva presenza dei familiari a carico nella sede di servizio estera».
I soldi sono stati versati, ma gli ispettori contestano il fatto che la moglie e le figlie di Vannacci fossero effettivamente con lui in Russia. […]
[…] Il secondo capitolo riguarda invece feste e cene. Anche in questo caso Vannacci ha presentato l’elenco delle spese sostenute ma l’indagine ha evidenziato anomalie che secondo gli ispettori devono essere valutate dai magistrati. Si legge infatti nella relazione: «Risulta che il generale Vannacci avrebbe chiesto e ottenuto rimborsi per spese sostenute impropriamente per organizzare eventi conviviali per la “Promozione del Paese Italia” presso ristoranti di Mosca piuttosto che presso la propria abitazione».
In questo caso è stato il successore di Vannacci, il colonnello Vittorio Parrella, a smentirlo. Nelle liste dei partecipanti agli eventi era stato infatti inserito anche il suo nome ma lui ha dimostrato di non aver partecipato e anzi ha messo in dubbio anche l’effettiva organizzazione degli eventi.
Non solo. Tra le richieste presentate da Vannacci per ottenere la restituzione dei soldi anticipati una riguarda una cena che si sarebbe svolta nell’alloggio di servizio il 23 maggio 2022, dunque il giorno dopo la decisione di Mosca di espulsione dei diplomatici e militari italiani. Ed ecco l’accusa degli ispettori: «Dal controllo dei vari titoli di spesa l’ispettore ha chiesto chiarimenti in ordine a un evento conviviale presso l’abitazione del generale Vannacci nella stessa data in cui risulta eseguito il trasloco dei mobili e delle masserizie dalla predetta abitazione».
[…] Un possibile danno erariale è stato invece contestato per l’uso dell’auto di servizio, una Bmw. Sono 9 mila euro che sarebbero stati spesi senza giustificazione. Secondo i documenti analizzati dagli ispettori «nel luglio del 2018 lo Stato maggiore aveva autorizzato l’alienazione dell’auto entro il 31 ottobre 2018 e comunque al manifestarsi di inefficienze che potevano richiedere onerosi interventi di manutenzione».
Vannacci e il suo predecessore, il generale Alfonso Miro, non avrebbero però rispettato le disposizioni e per questo si è deciso «per le valutazioni di eventuali profili di responsabilità amministrativa e connesso danno erariale relativo alle spese sostenute» di affidare il dossier alla corte di Conti.