Al centro del rapporto discusso nei giorni scorsi emerge la componente umana e professionale per migliorare la capacità della Forza Armata.
“Il personale per l’Esercito rappresenta da sempre una componente vitale per esprimere capacità operative. E’ quindi un settore che deve poter continuamente evolvere per rispondere adeguatamente alla complessità delle sfide alla sicurezza e gestire gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione, senza perdere di vista il fatto che alla fine le operazioni militari pongono uomini davanti ad altri uomini in drammatica lotta per la propria sopravvivenza. La forza armata ha chiesto un incremento di ufficiali che dovrebbe portare un leggero miglioramento, la percentuale andrebbe al 10,5%. Si tratta di un piccolo passo verso numeri coerenti con quelli degli eserciti e nazioni con cui ci dobbiamo confrontare, per far valere politicamente il peso economico e demografico dell’Italia e salvaguardare l’interesse nazionale”.
Così il capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano generale Pietro Serino, in audizione presso la Commissione Difesa.
“La quantità” del personale “è strettamente funzionale alla capacità di affrontare gli impegni di oggi e di domani, non possiamo ignorare che dopo 77 anni la guerra tra Stati è tornata in Europa. Per l’Esercito si tratta di ripristinare capacità che negli ultimi anni parevano appartenere al passato, l’orientamento generale è quello di tornare a numeri coerenti con il modello professionale iniziale abbandonato nel 2012. Per l’Esercito – spiega – significherebbe puntare al traguardo di 110mila uomini e donne che, oltre a soddisfare le esigenze ordinative, corrisponderebbe anche a esigenze qualitative e di ringiovanimento del personale”.
La leva
“Su leva e professionisti abbiamo affrontato il tema di quale può essere il tempo minimo di formazione. Abbiamo calcolato che servono tra i tre e i quattro mesi per la formazione di base e per la formazione tecnica minima necessaria per assolvere i propri compiti. Il problema di addestrare un cittadino che decide volontariamente di aderire a questa iniziativa va affrontato. C’è spazio per una riserva volontaria”.
Così l’alto ufficiale rispondendo sui tempi minimi necessari all’eventuale ipotesi di leva e riserva volontaria.