Decreto “Veterani”, dubbi sulla realizzazione, buona l’idea

“Veterani”, termine che riporta all’esperienza, all’incessante trascorrere del tempo e alla capacità di resistervi, eppure per diventare “veterano delle operazioni internazionali” bastano 15 giorni, qualcosa non torna.

Veterani, l’idea che poteva essere meglio sviluppata..

Ovviamente si attende un prosieguo burocratico, si pensi a una direttiva di Stato Maggiore Difesa, all’aggiornamento – quando sarà definita la foggia dei segni onorifici – della pubblicazione sulle uniformi (SMD-G-010), al recepimento del tutto da parte degli uffici legislazioni delle singole FF.AA. eppure…

  1. la prima domanda che si può porre è il perché l’Arma dei Carabinieri continui a essere definita come una sorta di ecosistema a se stante rispetto alle Forze Armate. Nel decreto si legge infatti che la concessione del titolo di “veterano della difesa” interessa “il personale militare delle Forze Armate, compresa l’Arma dei Carabinieri”. Si continua quindi in quel “sottile distinguo” che il legislatore non ha mai meglio inteso dirimere, nel senso che l’Arma dei Carabinieri è elevata a rango di forza armata, come ricordato nelle legge delega del 2000, sempre con la sua collocazione autonoma, certamente, in quel periodo, – allo stato -avrebbe potuto intendersi anche il personale della Guardia di Finanza.
  2. La Guardia di Finanza, infatti, dalla lettura del DM, viene esclusa dalla concessione del titolo onorifico, eppure Stato Maggiore Difesa – in occasione dell’istituzione del nastrino per emergenza COVID – ebbe a includere anche gli appartenenti a quel Corpo (Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, varie Regioni, per i singoli Corpi di Polizia Locale, redissero autonomi atti dispositivi).
  3. Ancora, accanto al “veterano della difesa”, che ha come caratteristica principale l’aver prestato servizio per 25 anni in uniforme (sono inglobate anche le figure degli insigniti di onorificenze al valore e di chi ha avuto traumi invalidanti mentre in servizio) è istituita la figura del “veterano delle missioni internazionali” e qui colpisce la “combo” creata, prescindendo da altre figure (come – per esempio – chi è impiegato nel ciclo logistico e i piloti di UAV), ossia: 25 anni di servizio + almeno una missione di 15 gg in teatro estero, veramente esigua come tempistica, per essere un veterano.

Attenzione, il richiamo alla volontà politica, anche di includere/escludere, che di attribuzione/denominazione , è nelle potestà proprie del vertice del dicastero, ovviamente, e anche recente giurisprudenza, che a onore del vero ha interessato la Guardia Costiera (forza di polizia si o no?!) lo ribadisce, ovviamente è anche corretto porsi delle domande, stante l’indubbia buona idea sottesa: una maggiore vicinanza al personale, con la creazione di un segno di riconoscenza, ulteriore, per il servizio prestato.

veterani
veterani 2