“L’impennata dei flussi migratori crea difficoltà non solo a Lampedusa, simbolo del tracollo del sistema d’accoglienza in Italia, ma anche in altri contesti dove per i carabinieri e le Forze dell’Ordine è sempre più difficile intervenire”, così Antonio Nicolosi, segretario generale di Unarma, associazione sindacale che tutela il personale dell’Arma dei carabinieri,
“Poco si sta parlando per esempio delle condizioni di vivibilità dei CIE, i Centri di identificazione ed espulsione, e dei rischi che gli agenti affrontano ogni giorno a Caltanissetta e a Trapani, così come accade nel resto del Paese. Secondo quanto segnalato all’associazione Unarma, nelle scorse settimane per esempio sono stati appiccati dai richiedenti asilo diversi incendi ai padiglioni del Cie di Caltanissetta per manifestare malcontento e insofferenza generale, a Trapani è in funzione al momento solo un settore invece, senza contare le continue rivolte e aggressioni contro i carabinieri. La crisi migratoria”
– prosegue Nicolosi –
“Non finisce quando le persone arrivano sulle nostre coste, ma si estremizza nelle condizioni invivibili dei Cie e hotspot in cui releghiamo le persone, senza accesso ai servizi minimi, costringendo i carabinieri a sostituirsi a operatori, assistenti sociali e istituzioni, senza mai ricevere tutele adeguate, diritti o retribuzioni meritevoli”.