“Le dichiarazioni che si leggono oggi sulla stampa del Ministro Piantedosi, il quale ribadisce il fermo ‘no’ ai numeri identificativi, arrivano in perfetta continuità con quanto abbiamo riaffermato ieri, per l’ennesima volta, parlando di ordine pubblico in un importante nostro convegno che si è tenuto a Napoli. Ringraziamo il Ministro per la sua chiarezza, la sua fermezza, e per la sostanza delle sue affermazioni: identificativi non necessari, anzi inutili, e pericolosi per gli operatori già esposti a continue aggressioni e ritorsioni. Invece che a marchiare gli operatori della sicurezza si pensi a creare i migliori presupposti per identificare, fermare e punire i violenti in maniera seria, reale, rigorosa. E si introducano le bodycam in modo capillare, forse ci si penserà due volte se violare le leggi”.
Così Valter Mazzetti, Segretario generale FSP Polizia di Stato, commenta alcuni passaggi dell’intervista pubblicata oggi in cui il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ribadisce la posizione del Governo in merito all’ipotesi di un numero identificativo per i membri delle forze dell’ordine, affermando:
“Penso che sia un dibattito ideologico e fine a sé stesso. Il codice identificativo è inutile perché l’identificazione di chi ha commesso violazioni è sempre avvenuta… Chi propugna una misura del genere mostra una visione di ideologica sfiducia nei confronti delle forze dell’ordine. Peraltro non bilanciata da misure che per converso offrano strumenti di tutela per lo svolgimento di un lavoro tra i più difficili. Se si guarda alle statistiche consolidate, sono le forze di polizia a registrare il maggior numero di feriti e vittime in occasione di scontri nelle manifestazioni di ordine pubblico. Basta con queste sovversioni ideologiche devastanti sul piano culturale, la comunità non deve difendersidalle forze dell’ordine. Sono la comunità e gli stessi appartenenti alle forze dell’ordine a dover essere difesi da criminali che praticano la violenza senza riserve”.