Riceviamo e pubblichiamo la lettera ITAMIL indirizzata al Presidente Meloni e al Ministro Zangrillo
On. Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e On. Ministro della Funzione Pubblica Paolo Zangrillo, senza fondi adeguati, non esiste vera contrattazione!
Non possiamo accettare un provvedimento che non rispetta le lavoratrici e i lavoratori militari.
È una questione di dignità, di verità, di onestà verso i nostri colleghi, che ogni giorno danno il massimo per ricevere una miseria di straordinari e sottostare agli obblighi imposti dal proprio datore di lavoro per il recupero compensativo.
Che senso ha firmare un contratto che non riduce adeguatamente il costo della vita?
Che senso ha accettare le briciole mentre il costo della vita aumenta?
Mentre i nostri aumenti sono inferiori agli 80 euro netti, in altri settori, come quello dei metalmeccanici e degli impiegati di banca, si raggiungono aumenti di circa 470 euro lordi, adeguati al costo della vita.
In Italia, gli incrementi stipendiali sono inferiori agli standard europei.
Ogni giorno ascoltiamo storie di sovraindebitamento, malessere crescente e suicidi.
Ci siamo posti dei quesiti per comprendere meglio la sua indifferenza, quella del Ministro della Difesa e dell’intero governo sui sindacati militari.
Ad oggi, lei, Onorevole Giorgia Meloni, non ha incontrato i sindacati delle Forze armate.
Forse non ha il coraggio di dirci in faccia che non ci sono soldi e non riesce a mantenere gli impegni presi in campagna elettorale di adeguare gli stipendi al reale costo della vita, come richiesto più volte dalla BCE?
Forse ha difficoltà a spiegarci perché le amministrazioni scrivono regolamenti a porte chiuse senza consultarci?
Forse lei non gradisce ascoltare il nostro dissenso ma noi ci sentiamo amareggiati e orfani di un Ministro della Difesa che dal nostro punto di vista appare disinteressato al funzionamento delle organizzazioni sindacali e alle esigenze del personale, consentendo che le amministrazioni possano interpretare la legge 46/2022, decidere arbitrariamente senza mai coinvolgere le parti sociali, non rispondere in tempi congrui e concreti alle istanze che segnaliamo, ed erigere muri intorno al dicastero.
Forse non vuole sentire dalla nostra bocca le condizioni di vita dei nostri militari che lavorano in turni massacranti, con divise insufficienti, in condizioni estreme e di degrado su strade sicure?
UNA CERTEZZA C’È!
AD OGGI NON CI INCONTRA!
Forse la risposta potrebbe tradursi nella posizione di chiusura verso i sindacati da parte di Fratelli d’Italia e della Lega, noti per essersi astenuti all’epoca dell’approvazione della legge 46/2022, ma occorre superare questa vostra probabile o parziale insofferenza.
Io e i miei amici di ITAMIL abbiamo la schiena dritta, non abbiamo scheletri negli armadi o interessi politici, non viviamo di ideologie o interessi economici; tutto questo ci rende liberi, forti e indipendenti da paure o condizionamenti. Noi non abbiamo paura.
Non firmeremo questo misero contratto e avvieremo una campagna di dissenso forte e decisa, ovviamente nel rispetto delle regole.
Nulla di personale, noi del Sindacato ITAMIL Esercito a testa alta, con la schiena dritta e il sorriso tra le labbra
NON FIRMEREMO IL CONTRATTO!
Non solo per motivi economici ma anche come conseguenza dell’ indifferenza, del distacco e della chiusura da parte Sua in qualità di premier, del Governo, dell’essere orfani di un Ministro della Difesa e del dicastero stesso che non ci considera.
Riflessioni “i vari Governi negli ultimi vent’anni”.
In generale, i finanziamenti e le risorse destinate ai Servitori dello Stato in Italia dipendono da vari fattori, tra cui le politiche economiche e di bilancio adottate dai diversi governi.
Si evidenzia, di fatto, che con la Sinistra sono arrivati più fondi per il personale militare.
1. Governo Prodi: Durante il suo mandato, sono stati attuati vari provvedimenti per i militari, tra cui la nascita del Fesi, l’aumento del contratto di 133 euro lordi e un massiccio incremento dei posti per il passaggio in servizio permanente a favore dei Volontari.
2. Governo Renzi: Durante il governo Renzi (2014-2016), sono state attuate riforme significative, come il cosiddetto “Bonus Sicurezza 80 euro”, lo sblocco degli assegni di funzione, classi e scatti, il riordino delle carriere con lo sblocco dei parametri, il concorso straordinario ex 958 e, con il successivo Governo Gentiloni, lo sblocco del contratto nazionale.
3. Governo Draghi: Il governo Draghi, insediatosi nel 2021, ha avuto l’obiettivo di garantire il rinnovo del contratto e di approvare la legge sui diritti sindacali (Legge 46/2022).
4. Governo Berlusconi (2008-2011): Durante questo periodo, sono state attuate politiche economiche devastanti come il congelamento del contratto, delle classi e degli scatti, mettendo in ginocchio i militari. Il successivo Governo Tecnico Monti ha dato il colpo di grazia con il nuovo modello di difesa, che ha ridimensionato notevolmente l’esercito, con effetti disastrosi sulle progressioni di carriera, arruolamenti, valorizzazione professionale, invecchiamento, infrastrutture e trasferimenti.
Esiste un principio più grande dei soldi: la dignità!
Palermo 4 luglio 2024