Attraverso l’invio di una richiesta ufficiale inviata al Ministro della Difesa Guido Crosetto, l’Aspmi (Associazione sindacale professionisti militari) ha rinnovato la necessità di un urgente intervento legislativo teso a modificare il Codice dell’Ordinamento Militare (Com), con particolare riguardo alle norme inerenti il collocamento in quiescenza ed il trattamento economico previsto per il personale che cessa dal servizio attivo a domanda con almeno 55 anni di età e 35 anni di contribuzione. La modifica richiesta dovrà prevedere anche per il personale delle Forze Armate, ora escluse, l’inclusione nella relativa base di calcolo dei 6 scatti stipendiali della liquidazione del Trattamento di fine servizio (Tfs), al pari di quanto già avviene per le forze di polizia ad ordinamento civile (Polizia di Stato) e militare (Arma dei Carabinieri).
Un intervento di tale portata si rende altresì auspicabile per eliminare le disparità di trattamento per tutte le categorie e ruoli del personale militare, azzerando, di fatto, le differenze di trattamento esistenti tra il personale del comparto Difesa e Sicurezza, anche in virtù del principio della specificità militare. Concetto, quest’ultimo, più volte annunciato e promesso dal legislatore, ma mai realizzato e necessario per raggiungere l’equiparazione del trattamento giuridico, economico e previdenziale di tutto il comparto, integrando quelli esclusi.
“Auspichiamo che il sig. ministro della Difesa On. Guido Crosetto – ha dichiarato in una nota inviata alla stampa il vertice del sindacato, Francesco Gentile – intervenga con un provvedimento legislativo volto a sanare questa problematica che discrimina gli appartenenti delle FF.AA, rispetto alle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare”.