Riceviamo e pubblichiamo la nota del SIAMO Esercito.
Il Generale Vannacci sembra suscitare un coinvolgimento politico che ha destato una certa attenzione.
Questa situazione ha suscitato preoccupazione all’interno del S.I.A.M.O. Esercito. Il Segretario Generale esprime perplessità sul fatto che un membro del governo, in un particolare momento storico caratterizzato da guerre e forti tensioni internazionali, dedichi particolare attenzione a un alto Ufficiale dell’Esercito, dando, per lo più, impressione di parzialità e mancanza di equidistanza.
Il suo post del 17 agosto 2023 nel quale definiva il generale Vannacci un “farneticante” le cui opinioni “screditano l’esercito, le Difesa e la costituzione” ha le sembianze, infatti, di una condanna senza appello già emessa da chi ora si appresterebbe a giudicarlo in esito ad un procedimento disciplinare viziato all’origine.
Alla luce di ciò, sarebbe lecito il dubbio che l’indagine formale avviata dal Ministro nei confronti del Vannacci possa essere influenzata da pregiudizi o miri, nella peggiore delle ipotesi, a irrigidire le già restrittive norme per chi indossa un’uniforme e ad introdurre sanzioni più severe per le violazioni alle libertà costituzionali da parte del personale militare.
Daniele Lepore, Segretario Generale del S.I.A.M.O. Esercito, afferma: “la nostra Organizzazione vigilerà con molta attenzione sull’operato del Ministro e garantirà all’Ufficiale Generale, neo iscritto al S.I.A.M.O., che il procedimento disciplinare nei suoi confronti sia terzo ed imparziale e non vi sia un interesse politico superiore inteso a trasformarlo in un capro espiatorio di una condotta del vertice politico alquanto irrituale e poco ortodossa nei modi e nei tempi di comunicazione.
Si chiede al Ministro di ponderare attentamente le scelte intraprese e di coinvolgere le organizzazioni sindacali prima di apportare modifiche a normative che possano influenzare il nostro operato militare.”
È importante sottolineare che l’articolo 1472 del Codice dell’Ordinamento Militare è il risultato di una evoluzione della normativa volta a consentire la massima espansione delle libertà costituzionali nella prospettiva della democraticità dell’ordinamento militare, è già dotato di meccanismi di controllo per preservare l’immagine delle istituzioni militari e che una sua disapplicazione o falsa interpretazione da parte dell’Amministrazione risulterebbe dannosa per l’immagine della stessa.
Inoltre, sollecitiamo un confronto costruttivo con il Ministro per promuovere una politica legislativa condivisa, basata sulla sinergia intrisa di fattiva collaborazione in armonia con l’ordinamento in vigore.
DIRETTIVO NAZIONALE S.I.A.M.O. Esercito
Roberto Vannacci entra nel sindacato Militare SIAMO
Roberto Vannacci entra nel sindacato militare siamo Esercito
Passa le selezioni per accedere all’unità di incursori dell’Esercito Italiano, il 9º Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin“, dove completa il corso di formazione e consegue il brevetto di incursore.
Nel 2004 viene distaccato presso il neo costituito Comando interforze per le operazioni delle forze speciali (COFS) a Roma, dove ricopre i maggiori incarichi operativi e di staff, tra cui quello di capo ufficio Operazioni, sottocapo di stato maggiore operativo e vice comandante/capo di stato maggiore.
Terminato nel 2009 l’incarico al COFS viene inviato in Afghanistan come assistente militare del capo di stato maggiore della International Security Assistance Force (ISAF),il generale Marco Bertolini, primo ufficiale italiano a ricoprire tale incarico. Sempre al comando di unità di forze speciali ha partecipato a numerose operazioni militari. Da comandante di distaccamento operativo incursori prende parte alle operazioni in Somalia, Ruanda e Yemen.
Da maggiore e tenente colonnello, ha condotto operazioni speciali in Iraq e in Afghanistan. Nel dettaglio ha comandato per due turnazioni (2005-2006) lo Special Forces Task Group in Iraq ed è stato il primo comandante della Task Force 45 in Afghanistan, schierata a Herat e Farah.
Nel 2011, durante la Primavera Araba, opera in Libia, svolgendo attività di supporto alle autorità diplomatiche italiane. Sotto tale incarico ha organizzato e portato a termine l’evacuazione d’emergenza della sede diplomatica di Tripoli e dei cittadini italiani ancora rimasti nelle vicinanze della capitale. Tornato in Afghanistan, nel 2013, poco prima della transizione da ISAF a Operazione Sostegno Risoluto, assume l’incarico di capo di stato maggiore delle forze speciali della NATO (ISAF SOF HQ).
Dal 2011 al 2013 comanda il 9º Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”. In seguito, dal 2014 al 2016, ha assunto l’incarico di capo ufficio relazioni internazionali presso il III reparto dello Stato maggiore della difesa. Nel settembre 2016, promosso generale di brigata, assume il comando della Brigata paracadutisti “Folgore”.
Dal settembre 2017 all’agosto 2018, in Iraq, ha assunto il comando del contingente nazionale terrestre dell’operazione Prima Parthica nonché del Deputy Commanding General for Training della coalizione anti ISIS nell’ambito dell’Operation Inherent Resolve. In tali ruoli è stato responsabile dell’addestramento e dell’equipaggiamento delle forze irachene impegnate nell’annichilimento militare dello stato islamico.
Dal 2018 al 2020 ha assunto l’incarico di capo di stato maggiore della Divisione “Vittorio Veneto” mentre 2019 è stato premiato dalla sezione di Firenze dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport (UNVS) con l’onorificenza “Armando Frigo e Bruno Neri-Lo Sport per la Pace” per le Missioni di pace all’estero.
Dal dicembre 2020 ricopre l’incarico di addetto per la Difesa alla rappresentanza diplomaticaitaliana a Mosca, con accreditamenti anche in Bielorussia, Armenia e Turkmenistan. Sotto tale profilo gestisce il periodo caratterizzato dall’inasprirsi dei rapporti tra l’Italia e la Federazione Russa, a causa dell’invasione russa dell’Ucraina. Dichiarato “persona non grata” dalle autorità russe, come rappresaglia per le espulsioni decise dal ministero degli esteri italiano a seguito delle vicende belliche tra Russia e Ucraina, conclude l’incarico nel maggio del 2022.
Il 21 giugno 2023 assume il comando dell’Istituto Geografico Militare di Firenze. A seguito delle polemiche seguite all’uscita del suo libro — inizialmente autoprodotto e poi pubblicato a Rimini — Il mondo al contrario, il 18 agosto Vannacci viene avvicendato al comando dell’IGM, dal generale di divisione Massimo Panizzi, e trasferito al Comando delle forze operative terrestri, a disposizione del comandante dell’Area territoriale, a partire dal 21 agosto.
Il 18 agosto 2023 viene aperta dal capo di stato maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino, un’indagine sommaria nei confronti del generale Vannacci per i contenuti del suo libro. Visti gli esiti di tale inchiesta, il 4 novembre viene comunicata al generale l’apertura di un’inchiesta formale nei suoi confronti per accertare eventuali infrazioni disciplinari.
Il 3 dicembre 2023 viene nominato capo di stato maggiore del Comando delle forze operative terrestri; il Ministero della difesa chiarisce che si tratta di un incarico di “coordinamento dello staff del comandante”.
(FONTE WIKIPEDIA)