Intelligence, presentata la relazione annuale “76 paesi a rischio ingerenze durante elezioni” – Ecco i punti del dossier discusso oggi.
Questa mattina alle ore 11, presso Palazzo Dante, sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ce stata la presentazione pubblica della “Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza”, curata dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e relativa all’anno 2023. Alla presentazione sono intervenuti il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica Alfredo Mantovano, il Presidente del Copasir Lorenzo Guerini, il Direttore Generale del DIS Elisabetta Belloni, il Direttore di Aise Giovanni Caravelli e il Direttore di Aisi Mario Parente.
“Viviamo in un mondo complesso: gli shock geopolitici degli ultimi anni hanno dimostrato che la sicurezza nazionale è frutto di una serie di fattori interconnessi, che vanno analizzati con base una informativa diversa da portare a sintesi per permette al governo di fare le proprie scelte. Covid, cambiamento climatico, crisi energetica tra gli altri, sono fattori destabilizzanti che contribuiscono alla trasformazione della globalizzazione, che ha caratterizzato il mondo negli ultimi anni. Siamo di fronte ad una competizione globale sempre più accesa. Una globalizzazione con vulnerabilità molto evidenti. Aumentano i conflitti con compromissione delle parità a livello globale.”
Cosi Il Direttore Generale del DIS Elisabetta Belloni.
“Abbiamo voluto analizzare il cambiamento climatico per dimostrare l’impatto che ha su settori che noi riteniamo fondamentali come l’agroalimentare, la transizione energetica, la geopolitica, ad esempio o le nuove rotte artiche. L’intelligenza artificiale, poi, ha assunto un valore particolare. Siamo di fronte ad uno strumento che offre grandi opportunità, ma anche grandissimi rischi. L’uomo deve rimanere al centro, anche nella governance delle tecnologie più avanzate”
“Nel 2024 76 Paesi del mondo, pari alla metà della popolazione mondiale, andrà al voto e ci sono rischi di interferenze e condizionamenti dei processi elettorali attraverso la minaccia ibrida”
Ha continuato la dottoressa Belloni
“Dall’analisi delle guerre alle porte dell’Europea, emerge chiaramente una competizione globale sempre più accesa da cui deriva la riflessione per mettere in atto politiche di de-risking che devono comportare uno sguardo attento al continente africano, nel contesto del Piano Mattei. Nelle questioni trasversali ci sono rischi e opportunità per l’Italia. I rischi sono la tenuta delle economie e delle società liberaldemocratiche. Uno dei grandi temi che affrontiamo è la politica economica coercitiva esercitata dalla Cina: se vogliamo mantenere le politiche liberaldemocratiche dobbiamo mettere in atto politiche difensive”
NEL 2023 FOREIGN FIGHTERS AUMENTATI A 149
Si è mantenuta elevata l’attenzione informativa sui foreign fighters che a suo tempo hanno raggiunto il quadrante siro iracheno per unirsi a Daesh o ad altre formazioni terroristiche ivi operanti. Nel 2023 sono aumentati a 149 (di cui 39 returnees) i soggetti inclusi nella ‘lista consolidata’ redatta in ambito di Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo, in quanto a vario titolo connessi con l’Italia. Con riguardo poi all’allontanamento dal territorio nazionale di soggetti potenzialmente pericolosi per la sicurezza nazionale, nel 2023 sono stati eseguiti, pure grazie al contributo informativo dell’intelligence, 77 rimpatri di cui 13 in prevalenza tunisini, a carico di soggetti che erano riusciti a rientrare in Italia clandestinamente nonostante fossero stati già rimpatriati negli anni precedenti.
Rischio disinformazione
“Nei canali social filorussi c’è stato il tentativo di assecondare l’idea che la protesta dei trattori derivasse dal sostegno dell’Italia all’Ucraina. Il compito dell’intelligence non deve essere e mai sarà quello di controllare i contenuti e le idee pubblicate on line; ciò su cui i servizi si concentrano è la verifica della genuinità e tracciabilità delle informazioni in rete e soprattutto sulla veridicità dei profili social, le dinamiche di creazione di contenuti senza distorsioni da parte di attori che hanno obiettivi di destabilizzare i processi informativi e democratici. In questa ottica auspico che nella campagna per le Europee non si perda mai di vista il profondo senso di comune appartenenza alla nostra Nazione” .
Così il sottosegretario Alfredo Mantovano
“Vi è la necessità di mantenere un equilibrio attento tra libertà di espressione e sicurezza nazionale. Compito dell’Intelligence non è il controllo dei contenuti pubblicati online, anche delle idee estreme, ma la loro tracciabilità nel processo di pubblicazione”
Attivismo anarco-insurrezionalista resta un vettore di minaccia
“L’attivismo anarco-insurrezionalista anche nel 2023 ha rappresentato, nello scenario eversivo interno, il più concreto e insidioso vettore di minaccia. Secondo quanto emerso, la metodologia operativa si è dispiegata su un piano sia ‘pubblico’ che ‘clandestino’, con un ampio ventaglio d’interventi, da cortei e presidi, in alcuni casi pure al fianco di altre realtà antagoniste per innalzarne il livello di radicalità, agli atti di vandalismo e danneggiamenti fino ad azioni potenzialmente più pericolose, poste in essere con manufatti incendiari ed esplosivi.
La mobilitazione a sostegno del leader detenuto al regime carcerario del 41bis della Federazione Anarchica Informale/ Fronte Rivoluzionario Internazionale (FAI/FRI) Alfredo Cospito ha continuato a costituire il principale volano della lotta libertaria, che ha scandito le tappe del procedimento giudiziario e dello sciopero della fame di Cospito, interrotto ad aprile.
Sul versante estrema destra gli analisti evidenziano che nonostante le conseguenze penali dell’assalto alla sede della CGIL del 9 ottobre 2021, che hanno poi portato, in dicembre, a dure sentenze di condanna a carico di esponenti di vertice, l’area dell’estrema destra ha tuttavia continuato a impegnarsi nel tentativo di aumentare visibilità e seguito per le formazioni più strutturate, anche in un’ottica di accreditamento politico in vista di future tornate elettorali locali”
L’Industria della Difesa resta un presidio strategico per la sicurezza del Paese
“L’industria della difesa, anche alla luce della crescente conflittualità che caratterizza il contesto internazionale, continua a costituire un presidio strategico per la tutela della sicurezza nazionale, oltre a rappresentare sia un importante volano di ricerca e innovazione, sia un elemento di rilievo della proiezione commerciale italiana all’estero.
In un quadro di aumentati attriti geopolitici, anche nel 2023 il settore della difesa nazionale è stato interessato da un processo di rinnovamento di taluni sistemi d’arma, soprattutto nel comparto terrestre, le cui gare di assegnazione hanno richiamato un forte interesse, anche di operatori stranieri, prospettando rilevanti opportunità per gli attori nazionali di settore ma anche rischi di marginalizzazione nell’ambito di possibili partnership, dovuti a una possibile suddivisione non favorevole per i nostri operatori dei connessi rischi e opportunità industriali.
L’azione delle Agenzie di intelligence è stata volta a tutelare gli interessi dei player nazionali, cogliendo eventuali segnali sia di ingerenze all’interno di progetti europei o di joint venture, sia di interferenze straniere nella proiezione degli attori italiani sui mercati internazionali, ma anche monitorando i tentativi di acquisizione di piccole e medie realtà di settore, talvolta connotate da elevato contenuto tecnologico”
Analisi dello scenario di crisi russo ucraino
L’intelligence italiana ha continuato a monitorare il prosieguo delle operazioni militari in Ucraina e le relative ricadute nel contesto europeo e nazionale. L’analisi del conflitto si è concentrata in particolare sul tema dell’andamento della controffensiva ucraina, che non ha conseguito il principale obiettivo pianificato, ossia l’interruzione del corridoio terrestre che connette la Russia alla Crimea. Tra i principali elementi che ne hanno condizionato le operazioni, rileva il poco tempo a disposizione per l’addestramento delle truppe e le limitate capacità di attacco aereo e di artiglieria, oltre alle difficoltà a sorprendere le difese russe.
Altra questione sotto osservazione è stata la dinamica delle battaglie, connotata dalla mancata affermazione militare di nessuno dei contendenti. Gli avanzamenti territoriali sono stati infatti limitati rispetto all’anno precedente. Pur considerando che l’Ucraina ha riconquistato il 50 per cento del terreno occupato dalla Russia dopo l’invasione del febbraio 2022, Mosca continua a controllare circa il 18 per cento dell’intero territorio ucraino (compreso quello occupato a partire dal 2014), come evidenzia il rapporto.
L’intelligence si è poi soffermata sulla creazione, da parte del regime russo, di programmi scolastici e azioni di propaganda atti a giustificare un conflitto di lunga durata con l’Occidente, definito da Putin il “nemico di Mosca”, oltre che sui prodromi e l’ammutinamento del leader della Compagnia Militare Privata Wagner, Prigozhin, nonché le conseguenze di tale azione di forza sulla stabilità del regime russo.
Infine, nella relazione l’intelligence ha osservato l’accresciuta capacità dell’Ucraina di attaccare la Flotta russa del Mar Nero, la Crimea e il territorio russo con moderni sistemi d’arma autoctoni o alleati; la preparazione, da parte di Mosca, della ripresa di un’intensa campagna di bombardamenti contro infrastrutture critiche civili e capacità industriali ucraine, condotta anche tramite l’utilizzo di missili ad alta precisione; la sostenibilità dello sforzo militare russo e ucraino e gli articolati sviluppi della Black Sea Grain Initiative.