La ricostruzione della fuga del russo Artem Uss è ben riassunta sulle pagine di Repubblica del 13 aprile. Al di là della squadra di slavi che avrebbe portato Uss fino in Slovenia, passando da Trieste, c’è un sospettato di peso su cui il ROS dell’Arma da tempo sta lavorando. Si tratterebbe di un ex ufficiale dell’Esercito Italiano che da anni si occupa di consulenza e servizi di protezione per privati e ora, con la sua agenzia, ha sede in Russia. Sarebbe stato proprio l’ex militare italiano, secondo fonti dell’inchiesta, a definire il piano che avrebbe consentito a Uss di lasciare l’Italia.
Ma c’è una domanda più importante che richiede una risposta immediata: perché Uss ha assunto questa importanza solo ora? Prima della sua fuga Uss aveva solo qualche sospetto relativo a reati finanziari e poca rilevanza sia per l’intelligence americana sia per quella italiana. Infatti al russo era stata assegnata una misura cautelare blanda, tipica dei ladri di galline e nessuna particolare vigilanza rafforzata o indicazione di monitoraggio. Allora perché tutto questo scalpore solo ora? E quale sarebbe la figuraccia della nostra intelligence se non vi erano report sul target Uss?
A quanto pare solo uno scalpore mediatico, un racconto privo di contenuti se non uno, rilevante: chi è l’ex ufficiale italiano che lavora in Russia e che i nostri servizi stanno monitorando?