L’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti, in un suo intervento su “la Repubblica” scrive che quando, praticamente un anno fa, e’ incominciata la cosiddetta ‘operazione speciale’ in Ucraina, l’intelligence russa aveva previsto settimane se non giorni per la conclusione delle attivita’ militari. Si tratta di un caso di scuola del cosiddetto ‘pregiudizio dello specchio’. Invece di analizzare i dati della realta’, si frappone ad essa uno schermo, uno specchio appunto. Che riflette i convincimenti, le aspettative, gli auspici del protagonista e non la realta’. In questo caso nello specchio si rifletteva Putin”. “Comunque sia andata, – argomenta Minniti – oggi siamo nel pieno di una guerra lunga. Forse lunghissima. Ma piu’ e’ destinata a durare, e piu’ la guerra si presenta oltre al tragico conflitto sul terreno con una dimensione ‘asimmetrica’, che si combatte con armi non convenzionali e che prescinde dagli specifici ‘teatri’ avendo come scenario potenziale il mondo. Nei giorni scorsi siti riconducibili alla Nato sono stati sottoposti ad attacchi informatici senza precedenti per scala, scopo e varieta’ delle tecniche utilizzate. E’ facile pensare che dietro questa guerra informatica ci siano attori russi”. La guerra in Ucraina – osserva l’ex ministro – non ha indebolito il terrorismo islamico. “In un inusuale report sulle proprie attivita’ settimanali di terrore, tra maggio e dicembre 2022, Daesh ha rivendicato 17 attentati nel mondo. Gran parte dei quali concentrati in Africa centro-settentrionale. Confermando cosi’ che, oggi, l’Africa insieme con l’Afghanistan e’ il principale incubatore del terrorismo. Il rischio della variante asimmetrica del terrorismo, per soggettivita’ diretta o indotta, e’ pienamente squadernato sotto i nostri occhi. La dimensione asimmetrica della guerra lunga costituisce, dunque, una sfida cruciale per il mondo dell’Intelligence. Anche per quella italiana”. “Con la guerra, con la sua connessa dimensione asimmetrica, – continua – e’ radicalmente cambiato il quadro della minaccia. Si richiede un ulteriore salto di qualita’ alla nostra intelligence. Oggi i nuovi scenari chiedono uno sforzo per garantire efficienza. I principali paesi della Nato hanno un modello, per cosi’ dire, ‘plurale’. Con piu’ Agenzie. Sino agli Stati Uniti che ne hanno ben 17. Sara’ forse solo un caso ma la Spagna e la Grecia, che hanno il modello unico, in questi ultimi mesi sono stati al centro di casi assai delicati nel campo delle intercettazioni. L’approccio plurale, dunque, e’ garanzia di trasparenza, impedisce la concentrazione dei poteri e, in questa fase storica, soprattutto consente maggiore specificita’, profondita’ nella conoscenza e nel contrasto delle nuove minacce”. Minniti spiega inoltre perche’ ritiene necessario istituire in Italia “un Consiglio per la sicurezza nazionale che vada oltre l’attuale Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica (Cisr). Si consentirebbe cosi’ al nostro Paese di avere insieme una sede di forte valenza politica e una straordinaria capacita’ di risposte unitarie, tempestive, efficaci. Seguendo un sano principio di equilibrio tra le istituzioni: piu’ strumenti efficaci al Governo, piu’ poteri di controllo al Parlamento”. “In un mondo che muta vorticosamente, – conclude Minniti – il cambiamento non e’ un’opzione ma un incombente e saggia necessita'”